Sui fondali al largo delle coste di Portofino una start up ligure ha messo a riposare oltre 4000 bottiglie tra vini e distillati. Secondo recenti studi, infatti, il cantinamento marino favorirebbe lo sviluppo di proprietà organolettiche impossibili da ottenere col metodo tradizionale. Le bottiglie verranno recuperate il prossimo aprile.
Al largo delle coste di Portofino, nell’insenatura di Cala degli Inglesi, pochi giorni fa sono state immerse nei fondali circa 4500 bottiglie tra vino e distillati, e lì riposeranno per qualche mese in una (quasi) inedita tecnica di affinamento.
Niente cantine, botti, vasche in cemento o tini in acciaio: solamente il mare a prendersi cura delle oltre 20 etichette posate decine di metri sott’acqua. Secondo alcuni esperti questa tecnica potrebbe rappresentare una nuova frontiera per l’invecchiamento del vino, in quanto l'ambiente sottomarino sarebbe in grado di favorire lo sviluppo di proprietà organolettiche, sentori olfattivi e gustativi impossibili da ottenere con l'affinamento tradizionale.
La speranza è che le 4500 bottiglie non vengano dimenticate sott’acqua, riesumate magari tra un paio di secoli come già avvenuto qualche mese fa con della birra al largo della Scozia. Battute (e ricorsi storici) a parte, il progetto di cui si sta facendo promotrice Jamin, azienda ligure che già nel 2015 affinò uno Champagne in mare, è di quelli interessanti e, perché no, potenzialmente rivoluzionari per gran parte del settore enoico.
Dopo i vini biologici, biodinamici, gli orange wines e altre tipologie rappresentanti di tendenze varie ed eventuali, ecco che presto potremmo trovare tra gli scaffali di supermercati o enoteche gli underwaterwines. Secondo i primi studi su prodotti analoghi le temperature dei fondali sarebbero capaci di modificare, esaltandole, le proprietà organolettiche del prodotto sottoposto a questa pratica. Per l'eventuale conferma basterà attendere solamente la primavera del 2022, quando l'esperimento condotto da Jamin giungerà a conclusione e le bottiglie saranno riportate in superficie. Il mese cerchiato in rosso per il recupero dai fondali è infatti il prossimo aprile.
Sott'acqua sono stati sistemati vini rossi, bianchi, rosati ma anche spumanti, spirits e liquori. Le etichette scelte per questo esperimento, tra le altre, Tenuta Campo al Signore Bolgheri, Niasca Portofino Vermentino dal Monte di Portofino DOC, La Cappelletta Portofino DOC, Piero Dry Gin, Francesco Intorcia Marsala e Primaterra Vini dell’Etna. Se l'esperimento dovesse funzionare, confermando lo sviluppo di proprietà organolettiche, olfattive e gustative inedite per l'affinamento tradizionale, la start up ligure ha in progetto di "aprire" cantine sottomarine in tutta Italia.
È sicuramente prematuro (e forse nemmeno corretto) affermare come botti, barrique et similia siano destinate ad andare in pensione. Non sarà certo un esperimento a “rinnegare” secoli e secoli di storia e tradizione enoica. Potrebbe però aprirsi una nuova, innovativa, frontiera per quanto riguarda l’affinamento del vino e dei distillati. Che nel futuro dell'enologia possa esserci spazio anche per il cantinamento in mare?